Ogni qual volta che un soggetto fa richiesta per un credito, l’istituto bancario esegue alcuni controlli in merito alla situazione economica. Lo scopo è controllare la capacità di remunerare la somma presa in prestito. Per tale motivo è necessario presentare una busta paga, il cedolino della pensione oppure delle fatture per i soggetti autonomi. Si possono portare beni mobili e immobili in garanzia. Di solito, si dà una proprietà a garanzia del credito. Significa che nel momento in cui il soggetto dovesse esser insolvente, cioè non in grado di saldare le rate in scadenza, il creditore può rifarsi sui beni in garanzia.
I controlli della banca per elargire credito
Tra i controlli che una banca esegue, c’è anche quello sui cattivi pagatori. Se un soggetto è un cattivo pagatore a Roma significa che in passato ha avuto difficoltà a saldare i debiti contratti. In questo particolare caso, significa che la banca non può elargire la somma richiesta. Non ci si può permettere di dare fiducia a un soggetto che si è dimostrato insolvente per un qualsiasi motivo. Non importa quale sia il motivo, resta il fatto che non è possibile procedere oltre.
È inutile rivolgersi ad altre banche o istituti bancari. Non importa quale sia la cifra richiesta; sebbene la somma sia bassa, con un cattivo pagatore a Roma non si può procedere. Purtroppo, non c’è modo di procedere e scavalcare questa dicitura.
Quanto dura la segnalazione
Tuttavia, è importante sapere che oggi il titolo di cattivo pagatore a Roma non resta per sempre. Infatti, non è indelebile come invece alcuni ancora pensano. Ci sono, infatti, alcuni sistemi per non avere più problemi nel corso del tempo. La legislazione prevede che si possa togliere la segnalazione in 12 mesi se le rate vengono pagate entro l’anno di scadenza del contratto. Se le rate sono saldate dopo due anni, le tempistiche vanno dai 36 ai 60 mesi. Nel caso fosse necessario un intervento dell’Agenzia delle Entrate, allora gli anni diventano 5.