Diritto all’Oblio: se ne parla tanto, soprattutto negli ultimi tempi. Ma di cosa si tratta esattamente? Per comprendere meglio come si sia arrivati a stilare un Regolamento Europeo che tuteli in modo chiaro la privacy su internet, occorre fare un piccolo passo indietro. Dopo il boom di internet infatti e soprattutto a seguito dell’enorme mole di dati che circolano sui vari motori di ricerca (come il famoso Google ad esempio, ma anche Yahoo e Bing), ci si è resi conto che, per evitare spiacevoli conseguenze in termini di violazione della privacy, bisognava urgentemente regolamentare il flusso e la durata di quei dati in rete.
Così, è stato istituito il cosiddetto Diritto all’Oblio attraverso cui si è potuti arrivare alla creazione di un regolamento europeo a cui bisognerà uniformarsi entro e non oltre il 25 maggio 2018: parliamo del nuovo GDPR 2018, ovvero il General Data Protection Regulation, documento che aiuterà a gestire i dati personali e in special modo quelli che si rivelano essere lesivi per l’immagine e la reputazione del singolo o di aziende.
Si tratta di un regolamento che si rivolge a tutti, privati e persone giuridiche ed in particolar modo è possibile trovare risposte concrete alla cancellazione dei propri dati in rete all’Art. 17 del suddetto documento.
Cosa si specifica nell’articolo 17 del GDPR? Riportiamo testualmente: “L’interessato ha il diritto di ottenere dal titolare del trattamento la cancellazione dei dati personali che lo riguardano senza ingiustificato ritardo e il titolare del trattamento ha l’obbligo di cancellare senza ingiustificato ritardo i dati personali”.
E, proprio in forza di questo nuovo Regolamento Europeo, è opportuno soprattutto per i titolari del trattamento verificare la disponibilità della cancellazione, perché se il GDPR non dovesse essere rispettato, a fronte di regolare e giustificata richiesta da parte della parte lesa, sono previste sanzioni amministrative fino a 100 milioni di euro, o fino al 4% del fatturato mondiale annuo a carico proprio del titolare del trattamento.
Bisogna quindi informarsi al meglio e farsi assistere da professionisti in materia, in modo tale da far rispettare appieno i diritti sulla propria privacy e, per quanto riguarda i titolari del trattamento, per essere aiutati a capire come uniformare i propri sistemi informatici senza incorrere in pesanti sanzioni.