La finta malattia è una cattiva abitudine che in molti portano avanti, purtroppo. Sono soprattutto le grandi aziende, sia pubbliche che private, che spesso hanno un problema con i dipendenti che inviano falsa malattia proprio perché le grandi dimensioni impediscono che i furbetti vengano individuati facilmente.

C’è un clima difficile in un ambiente di lavoro dove c’è qualcuno che abusa dei permessi e della malattia retribuita; per i colleghi che stanno quotidianamente fianco a fianco è più facile capire se c’è un dipendente che invece di essere ammalto, se ne va in giro pagato dall’azienda. I colleghi sono i primi a notare che qualcosa non va. Lo è meno per il datore di lavoro invece.

La finta malattia perpetuata nel tempo crea malcontento perché c’è qualcuno in ufficio che deve sobbarcarsi del lavoro che non viene svolto dal dipendente lavativo. Tuttavia, il collega che non ne può più, non ha grandi strumenti per fare qualcosa. L’unica cosa che può fare è denunciare il fatto al datore di lavoro. Si tratta però di una situazione rara o addirittura rarissima perché andare a denunciare un collega, sebbene in torto completo, viene visto come un tradimento e si viene bollati come spie. È bene sapere che al giorno d’oggi ci sono diversi sistemi per denunciare in forma anonima un collega che invia finta malattia. C’è chi si rivolge al capoufficio perché si occupi lui del problema.

È solo il datore di lavoro titolare dell’impresa che può chiamare il medico del lavoro perché si rechi al domicilio del lavoratore per eseguire i dovuti controlli. Nemmeno il capoufficio può farlo. Chi volesse indagare sulla faccenda senza esser il datore di lavoro oppure il datore che no riesce a trovare un medico del lavoro libero, può sempre far riferimento a un valido investigatore privato a Roma che esegue die controlli specifici per avere il materiale e far partire la denuncia. Sì perché la falsa malattia è un reato di truffa ai danni del datore di lavoro e dello Stato.

Di Grey